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Cosmogonia domestica

May 11th, 2012 — 2:20pm

Giulio Marzaioli | fotografia e poesia

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Il particolare binomio di fotografia e testo poetico presente nelle opere di Giulio Marzaioli richiama e attiva fin dal primo sguardo un duplice statuto narrativo: immagini e parole, che non si fondono ma che si stratificano dando vita a una enigmatica narrazione per figure e concetti, scandiscono e sviluppano un’idea, una domanda, un’iniziale intuizione di senso. Come lavora il tempo, giorno dopo giorno, parola dopo parola, su quell’intreccio invisibile di cose e di segni che regola la percezione di sé, del mondo, degli altri? Come la nostra distanza dalle cose articola il mondo per successivi sfocamenti e mese a fuoco? Così, mentre le immagini seguono il destino spaziotemporale della messa a fuoco, abbandonandosi a una piena e inevitabile, se non inconsapevole, solidarietà con le cose di ogni giorno, le parole quel destino lo incalzano, vogliono nominarlo, ancora operano nello sforzo di determinarlo, pena la perdita totale dei contorni, lo scivolamento in un mondo sconfinato e talmente assuefatto a noi da perdersi nel linguaggio. Ed è proprio questo intimo scarto tra immagini e parole, questa intima irriducibilità delle une alle altre, che per un attimo ci rende visibile quel racconto tanto intimo e fondamentale, vera cosmogonia domestica, di cui ogni giorno perdiamo i contorni ma non la presa, e a cui ogni giorno, per non perderci davvero, ridiamo nome.

marzaioli

Comment » | fotografia, poesia

Vedere cose vedere persone

May 11th, 2012 — 2:12pm

Somone Giaiacopi | pittura

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I dipinti di Simone Giaiacopi mostrano immediatamente di ingaggiare una lotta serrata non tanto con l’immagine, simulacro che in questi ultimi decenni pareva essersi sostituito al mondo che lo aveva generato, ma con le cose e le persone che ritraggono: niente di più lontano di queste opere di intimo ed enigmatico realismo, infatti, dalla pittura fotografica che invade i padiglioni d’arte contemporanea. Anche la tecnica di pittura, olio su tavola, partecipa di questa ritrovata e quasi cinquecentesca introspezione realistica, contribuendo a isolare dal proprio contesto, a sospendere in una fissità rivelatrice e perturbante, le singole figure, che ora sono oggetti di lavoro, ora persone, animali, strumentazioni industriali, tutto rigorosamente equiparato sullo stesso accogliente orizzonte del ritratto. Ed è proprio questa capacità di dare importanza di realtà alle cose e alle persone che compaiono di fronte che ripropone l’ambizione massima della pittura, raccontare la realtà del mondo per quella che è, o che potrebbe essere: salvo rimandare la partita, nel caso resti il dubbio, come accade qui, se siamo noi a raccontare le cose e le persone, o se sono le cose e le persone, attraverso il nostro sguardo, a raccontare noi.

giaiacopi

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